All'inizio del XVI secolo la Repubblica di Genova era rimasto l'unico stato
indipendente i Liguria: soltanto la Spagna si poteva opporre alla "Superba",
ameno sino ai primi anni del XVIII secolo quando acquistava dalla stessa
Spagna il Marchesato Del Carretto di Finale Ligure.
Per questo era riuscita a dotarsi di una serie di fortificazioni che,
costruite sui crinali delle alture circostanti, costituivano un buon
baluardo per impedire l'accesso ai "malintenzionati" (fra
questi Milano e la Spagna).
Nonostante si tratti per lo più di edifici rinascimentali, ora totalmente
abbandonati e in rapido deterioramento strutturale, una visita in loco è
sicuramente raccomandabile al turista in cerca di sempre nuove distrazioni.
In questa sede voglio parlarvi del Forte Diamante, costruito tra il 1756 e
il 1758 (ma già sede di postazioni militari dal XIV secolo) al di fuori
delle mura sulla sommità di un'altura (poco più di 600 metri s.l.m.) tra la
Val Polcevera e la Val Bisagno.
Il Forte viene ricordato per una violenta battaglia tra truppe
napoleoniche e austriache nella primavera dell'anno 1800: i francesi
riuscirono a resistere sino all'arrivo dei rinforzi che provenivano dal
vicino Forte Sperone che ricacciarono il nemico sulle sue precedenti
posizioni.
La fortificazione fu abbandonata definitivamente dal demanio militare nel
1914 e mai più utilizzata: l'interno è chiuso ma mura e altre strutture
stanno rapidamente degradando.
Il Forte si raggiunge partendo da Begato (da visitare il suo omonimo Forte) e arrivando in auto sino al Forte
Sperone dal quale parte un sentiero che si sviluppa in piano per 3-4
chilometri. Solo nell'ultimo tratto la strada si inerpica in stretti
tornanti sulla collina ma dopo una ventina di minuti di cammino un pò più
faticoso si arriva alla cima e al Forte.
Forte Diamante è l'unico a non essere all'interno del comune di Genova.
Alfredo Izeta (maggio 2016)
CURIOSITA'- Non
credo siano molti a conoscere le "neviere" genovesi: come racconta un
cartello posto a poche centinaia di metri dal Forte Diamante, si tratta di
grandi fosse opportunamente isolate che permettevano di conservare la neve
ammassata e battuta con appositi strumenti per lunghi periodi (prima e
seconda foto della seconda fila).
La Repubblica di Genova fu molto attiva in tal senso sin dal XV-XVI secolo:
il diritto di prelevare e vendere la neve spettava a un unico "appaltatore"
che inviava i suoi dipendenti a ritagliare e prelevare i blocchi di neve
ghiacciata. La neve veniva quindi trasportata a dorso di mulo, protetto da
fogliame e sacchi di iuta che limitava lo scioglimento sino in città, al
vicolo della neve dove i rivenditori (anch'essi al soldo dell'appaltatore)
la collocavano nelle loro botteghe per rivenderla a chi ne faceva richiesta
(in sostanza i genovesi si qualificavano come inventori del
"franchising"......).
Questi tipo di commercio ebbe fine ufficialmente il 31 dicembre 187o, anno
in cui le "neviere" non furono più utilizzate. (A. Izeta)
Nelle ultime dieci foto il Forte Diamante.
Nelle prime quattro foto da sinistra nell'ordine Forte Begato,
Forte Sperone, Forte Puin e Forte Fratello Minore.
Cliccate sulle immagini per ingrandirle.
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quellichelacomit.it - maggio 2016