UN NATALE DIVERSO

Un racconto di Enrico Ferrero

La strada sale rigando i fianchi della montagna. Il gelo rende l'aria immobile, tutto sembra senza tempo, anche i rami stecchiti che graffiano un cielo bianco.
Sta per nevicare, lo sento nelle ossa.
Da quanti anni manco da questi posti? Almeno cinque, l'ultima volta è stata pochi giorni dopo la morte di papà. Allora avevo deciso di salire alla sua vecchia baita per sentirlo più forte dentro di me. Lì, anche i muri di pietra mi parlavano di lui, delle sue fatiche per riparare quel bene di famiglia.
Un gran vento si era portato via il tetto e mio padre, assieme ad Anselmo, un muratore appassionato come lui di montagna, aveva deciso di rimettere tutto a posto. Poi ci aveva preso gusto e con i lavori si era spinto oltre, voleva che la casa dei suoi vecchi diventasse più comoda, soprattutto pensando ai nipoti.
Sapeva che non gli avrei mai dato la soddisfazione di farmi vedere spesso da queste parti, trovavo sempre un buon motivo per scansare i suoi sempre più deboli inviti: il lavoro, i figli, la casa, le vacanze, o anche solo la stanchezza del mio intenso vivere. Gliela sbandieravo con fierezza per ricordargli che la vita attiva non può avere i ritmi lenti di chi ha deciso di invecchiare fra i boschi.
I suoi silenzi erano risposte dolci, senza rimproveri; sapevano di paziente attesa, come se in essi fosse già racchiusa la certezza che, prima o poi, avrei cambiato atteggiamento.
Anselmo mi attende seduto sulla pietra da dove papà contemplava il suo paradiso. Gli ho chiesto di mostrarmi i meccanismi che mettono in funzione la casa: bisogna aprire le manopole dell'acqua e della corrente elettrica, io non so dove trovarle. Appena mi vede, Anselmo si alza in piedi:
«Buongiorno, come sta? È da un pezzo che non ci vediamo!»
«Buongiorno Anselmo, la vedo sempre in forma, complimenti.»
«Si fa quello che si può, gli anni passano... Allora, ha deciso di trascorrere il Natale qua!? Il povero papà ne sarebbe contento.»
«Già, peccato non poterlo abbracciare... ma là dentro, tra le sue cose, sarà un po' come farlo.»
Anselmo sorride annuendo. Gli porgo le chiavi e lui apre con sicurezza una delle due porte di accesso, poi si fa da parte e mi invita a entrare. Polvere e ragnatele ovunque, ma la casa ha retto bene. Ricordo che papà diceva: “Le case come questa sono sempre assediate da ospiti che ci vogliono entrare. Animali, alberi, insetti, funghi, lumache... tutti aspettano che si apra un varco. Acqua, gelo e vento poi, sono felici di dare una mano agli invasori”. Con questo mi voleva dire che senza manutenzione una casa è destinata a crollare e che, dopo di lui, ci avrei dovuto pensare io.
Dopo una rapida ispezione Anselmo esclama:
«Tutto in perfetto ordine, la casa è stata fatta bene, basta ripulirla un po'.»
Il termometro appeso in cucina segna cinque gradi, solo qualcuno in più rispetto all'esterno. Anselmo mi spiega la dislocazione degli impianti e risponde con pazienza alle mie domande da incompetente, poi si offre di accendermi la stufa e il caminetto. Lo seguo in legnaia dove lui riempie una cesta di pezzi di varie misure, infine afferra un fascio di rametti dicendo:
«Sono talmente secchi che bruceranno come fiammiferi.»
Non vuole che l'aiuti, dice che sono lavori da uomini. Rientriamo, e mentre io inizio a spazzare la casa, lui accende la stufa di maiolica che qua dentro credo abbia lavorato parecchio, ma mi spiega che di quella robustezza non ne fanno più. Quando inizia a diffondersi un piacevole tepore, Anselmo passa al caminetto, ma appena aperto lo sportello di vetro si ferma a scrutare l'interno: tre pacifici ghiri in letargo hanno scelto di superare l'inverno nella più improbabile delle tane. Con una paletta, Anselmo li solleva delicatamente e me li mostra:
«Sono belli vero? Ha visto che coda pelosa?»
Così dicendo, si dirige verso la legnaia a cercare un posto dove infilarli:
«Devono stare al riparo, o non sopravviveranno», mi dice preoccupato.
Appena individuata una grossa fessura tra i ceppi impilati, con garbo vi spinge dentro le tre creature ancora addormentate. Poi, con uno straccio, chiude l'ingresso della nuova casetta e sentenzia:
«Lì dentro staranno al sicuro.»
Incomincio a sentire l'armonia del luogo, è fatta di sensazioni sedimentate negli strati ancestrali dell'anima. Ora, la fiamma del caminetto brucia impetuosa mandando in giro bagliori che “fanno casa”. Anselmo ha finito e, dopo essersi guardato attorno, mi dice:
«Signora Clara la saluto, devo andare. È sicura di voler restare? Mia moglie, da sola, non ci starebbe neanche un minuto in un posto così.»
«Certo che ci voglio restare! Nello zaino ho portato le provviste e ora so pure come funzionano gli impianti. E poi mi faranno compagnia i tre ghiri.»
«Nei prossimi giorni farò un salto qua per vedere come va. Vorrei anche montare una rete metallica attorno al comignolo, è da lì che sono passati.»
«Ah certo, mi farà piacere.» Ci salutiamo con una stretta di mano.
«Buon Natale, è stato bello  rivederci», aggiunge Anselmo.
«Anche per me. Buon Natale anche a lei... e grazie di tutto.»
Poi lui, per tranquillizzarmi, ci tiene a dirmi:
«E non si spaventi per i rumori, qui è un continuo scricchiolio. Travi e pavimenti si deformano di continuo, è come se cantassero la loro canzone.»
Richiudo l'uscio e mi siedo davanti al caminetto. Ora posso calarmi del tutto nell'ambiente, sentirne gli odori, riguardare gli oggetti sparsi in giro. In un angolo vedo la chitarra di papà, chissà che il vecchio strumento non decida di mettersi a suonare per accompagnare la canzone dei legni di questa baita.
Guardo fuori e mi sento protetta. Farò tornare tutto splendente e poi mi metterò a cucinare. Mi piace restare sola tra queste mura, è una solitudine piena di compagnia. Penso ai miei bambini in vacanza col loro papà: si divertiranno?
Quando erano partiti non avevano preso molto bene l'idea di trascorrere le feste senza di me. Ma io avevo bisogno di un Natale che desse spazio ai ricordi, o forse continuasse la mia lunga serie di occasioni mancate.
Sta nevicando, butto un ciocco nel fuoco, e resto a guardare.


Enrico Ferrero (Biella)

 

 

 

 

 

 

 

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