quellichelacomit.it

 

PETRA: IL SIQ
 

 

Petra era abitata sin dal neolitico:la sua posizione la rese strategica in quanto situata sulle antiche vie delle spezie e della seta che congiungevano l'estremo oriente al mediterraneo.
Fu in questo quadro che nel 600 a.C. arrivarono i Nabatei, abitanti dell'Arabia Saudita coinvolti nel progressivo processo di desertificazione della loro terra.
Abilissimi nel lavorare la pietra, si insediarono nello spazio oggi occupato da Petra moderna (il fatto è comprovato da recentissimi ritrovamenti di antichi edifici) e costruirono il loro stupefacente cimitero scavato nella roccia al di là di una strettoia naturale (presumibilmente uno terremoto più violento dei numerosi movimenti sismici frequenti in questa zona) lunga oltre un chilometro e con pareti che talora raggiungono alcune centinaia di metri d'altezza, il canalone denominato Siq, oltre il quale venne poi spostata la città, difesa da una parte dal Siq stesso e dall'altra dalle aspre colline circostanti. Non molto lontano sorgeva la c.d. Piccola Petra, in pratica un grande caravanserraglio nel quale abbondavano i triclini (una sorta di alberghi alcuni dei quali dotati di acqua corrente, ovviamente rapportata al tempo).
Successivamente alla conquista (senza combattere) da parte di Roma (106 d.C.) la città cominciò a perdere importanza; il centro dei traffici venne gradualmente spostato a Palmira (odierna Siria, poco tempo fa teatro di orrendi scempi operati da Daesh). Arrivarono poi i bizantini che costruirono immancabilmente le loro chiese ma nel VII secolo d.C. Petra venne progressivamente dimenticata anche se ancora abitata da beduini. Nei primi anni del XIX secolo un esploratore francese (travestito da arabo) "riscoprì" Petra e riuscì a farsi condurre oltre il Siq, riaprendo dopo tredici secoli le cose meravigliose che aveva trovato a turisti e archeologi.
Oggi Petra viene considerata una delle sette meraviglie del mondo moderno: i venti di guerra che spirano in medio oriente hanno fortemente inciso sul numero dei visitatori che sino a poco tempo fa percorrevano (a piedi o sui tipici calessi locali) a centinaia il canalone e rimanevano stupefatti quando - alla fine - si apriva alla loro vista il "Tesoro", la tomba più significativa dell'intero complesso.
Un'ultima osservazione: anche il Siq è stato scolpito. All'inizio innanzitutto si possono vedere due acquedotti che partono dall'arco nabateo, il primo (a sinistra) più rozzo opera dei Nabatei, il secondo (a destra) tipicamente romano, assai evoluto con i resti dei suoi tubi di terracotta. Nel canalone, con la sua pavimentazione romana a grandi blocchi ancora visibile in alcuni tratti, sono numerose le nicchie scolpite nella roccia e molto suggestiva è la rappresentazione di un'intera carovana (penultima fotografia).

A. Izeta

 

Cliccare sulle miniature sottostanti per ingrandire le fotografie



Clicca qui per tornare alla pagina indice

 

 

 

 

Segnala questa pagina ad un amico




 

 

quellichelacomit.it -  agosto 2016